L'accoglienza fa bene alle piccole comunità cittadine. I corridoi umanitari e l'esempio di Caderzone Terme in Trentino

Ipsia del Trentino e la comunità di Caderzone (TN) ricevono il premio solidarietà 2018
per l'accoglienza di una famiglia arrivata con i corridoi umanitari

Tra le bellezze del paese alpino di Caderzone Terme è da annoverare l’accoglienza di questa piccola comunità della provincia di Trento. Infatti gli abitanti del paese si sono organizzati per accogliere una famiglia siriana arrivata con uno dei primi corridoi umanitari di Sant’Egidio, Fcei e valdesi.

Nella splendida cornice di palazzo Bertelli, il 22 maggio scorso, è stato anche assegnato il premio solidarietà 2018 ad IPSIA del Trentino e alla comunità di Caderzone per questo progetto di accoglienza.

Poco più di due anni fa è iniziato questo percorso: non un sistema di accoglienza formale supportato da sostegni economici dedicati, ma un nuovo modo di intraprendere l’accoglienza. Senza fondi specifici e senza spese per le casse pubbliche.

L’idea trae ispirazione dalla metodologia community-based del St. Martin in Kenya. Ipsia del Trentino, l'ong delle ACLI Trentine, ha così voluto tentare di dare risposta alla domanda della Comunità di Sant’Egidio di trovare un luogo dove dare accoglienza ad una famiglia proveniente dal campo profughi di Tel Abbas in Libano.

Una vera sfida, con poche certezze all’inizio, come l’appartamento messo a disposizione dei migranti da Bruno Masè, un esule istriano, che ha conosciuto nella sua vita il trauma di dover abbandonare la propria casa e i propri beni. Il resto degli aiuti si è affidato ad un vero e proprio welfare di comunità.

È nato così un gruppo di volontari molto affiatato che, coordinato da Flavia Frigotto, Assessora alle Politiche Sociali del Comune, è riuscito in poco tempo ad avviare un processo di integrazione che ha permesso alla famiglia di usufruire di servizi come la scuola, il sostegno alimentare, la ricerca dell'abbigliamento, l'inclusione sociale. 

Un vero e proprio mosaico di solidarietà. La famiglia siriana ha poi deciso di trasferirsi in Germania. Al suo posto dopo pochi mesi è arrivata una famiglia afgana costretta a fuggire a causa di persecuzioni religiose.

Il sindaco Marcello Mosca, in una serata di festeggiamenti per questo nuovo arrivo, ha ricordato la serata informativa di due anni addietro: le domande scomode, gli interventi più duri, la tensione, ma anche la bellezza di alcune risposte. 

L’onorevole Emanuela Rossini ha espresso la speranza che, rendendo più visibili queste iniziative, si possano incoraggiare le tante persone che “vogliono fare”. Appassionati gli interventi di Ilaria Pedrini e Walter Berghi che oltre a complimentarsi per il traguardo raggiunto a Caderzone Terme presentano la nuova realtà nata nelle Giudiacarie, anche sull'onda dell'entusiasmo di quel progetto, cioè il “Comitato Sopra il Ponte”: una rete di tutte le associazioni di volontariato che nel territorio si occupano di migranti e di persone che necessitano di un aiuto in un periodo fragilità.
Nino Carella, del movimento dei focolari, ha espresso il suo apprezzamento per quanto la comunità continua a fare oggi per la famiglia afgana accolta, che a sua volta è molto grata per l'affetto ricevuto.

In tempi di forte individualismo, la Fondazione Trentina per il Volontariato Sociale ha premiato questo percorso tra 27 progetti candidati quest’anno. Il momento ufficiale della premiazione ha visto al centro del Palazzo Lodron Bertelli la Presidente della Fondazione Trentina per il Volontariato Sociale, Nicoletta Molinari, il presidente di Ipsia, Giuliano Rizzi, che ha segnalato il progetto, e Flavia Frigotto, coordinatrice del progetto e assessora del comune.

Si legge nella motivazione del riconoscimento: “grazie alla straordinaria partecipazione degli abitanti del paese di Caderzone e delle comunità limitrofe, è stato possibile fornire i servizi base per condurre una vita dignitosa ed integrare la famiglia in una piccola comunità della Provincia di Trento”. Un modello di accoglienza diffusa che può dare anche alle piccole comunità un motivo in più per essere più coese e aperte al mondo


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