Vivere in baracca non è reato. Assolti 7 rom di Milano

da Avvenire”, 6 dicembre 2017


Il fatto “non costituiva reato”. Lo ha detto ieri una sentenza del Tribunale di Milano a proposito dell’occupazione abusiva contestata ai rom romeni che abitavano nella piccola baraccopoli di via Cima. In occasione dello sgombero del 15 marzo 2015, sette di loro erano stati indagati per “invasione di terreni” (art. 633 del codice penale), colpevoli di vivere "all’interno di baracche fatiscenti utilizzate come dimora abituale”.
Ma ieri il Giudice della 4^ sezione penale ha li ha assolti. Maura Sianesi, il legale della Comunità di Sant'Egidio, che ha difeso i sette rom durante il processo, ha infatti invocato lo stato di necessità, per salvaguardare il diritto fondamentale all’abitazione, senza causare danni a nessuno. Il terreno su cui sorgevano le baracche era - ed è tuttora - inutilizzato. “Dovevamo riparare i bambini, non avevamo alternative possibili” dice Genesa, tra gli imputati ascoltati durante il processo. Suo marito invece non era indagato: la mattina dello sgombero era impegnato ad accompagnare i tre figli a scuola e la polizia non lo aveva trovato. Quella di Genesa è una delle 8 famiglie che abitavano nella baraccopoli, dove i volontari di Sant'Egidio avevano avviato dei percorsi sociali. Tutti i minori presenti erano iscritti regolarmente dall'asilo nido alle superiori, frequentavano il doposcuola della Comunità presso la Biblioteca di zona e le docce presso la vicina parrocchia. Per gli adulti erano stati avviati dei percorsi di inserimento lavorativo per gli adulti. 


"La sentenza – spiega Sant'Egidio - è importante perché è un forte "stop" alla criminalizzazione della povertà. Quei rom vivevano nelle baracche non per scelta ma perché poveri". Oggi, grazie alla Comunità, tutte le otto famiglie vivono in casa, continuano la scolarizzazione dei figli e in ciascuna almeno un componente lavora: "La povertà non si sconfigge con le ruspe o denunce che intasano i tribunali, ma con seri progetti di accompagnamento sociale. Occorre garantire i diritti dei baraccati e dei poveri, con particolare attenzione a quelli dei minori”.

Stefano Pasta

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