Giulia Ruffini, 22 anni, romana della Montagnola, quarto anno di Giurisprudenza alla Luiss, è stata l’anno scorso a uno dei pranzi di Natale della Comunità di Sant’Egidio. Uno dei moltissimi dove l’accoglienza si mescola con l’allegria. Giulia ci sarà anche questo 25 dicembre. A far scattare in lei la scintilla della solidarietà era stato un volantino. C’erano foto di senza dimora sorridenti, circondati da giovani con chitarre e un numero di telefono per informazioni.
Giulia aveva chiamato quel numero, un po’ titubante. Voleva anzitutto capire, non sapeva ancora dove avrebbe portato quella telefonata. Il suo aiuto serviva davvero? E scopre che sì, ciascuno di noi può fare qualcosa. «Un giorno che non dimenticherò facilmente», ricorda oggi. All’inizio, il suo compito è andare a portare un pasto caldo a chi non lo ha: «In poco tempo ho scoperto una città sommersa. Anche se sono sempre vissuta a Roma, non conoscevo la mia città. Ma soprattutto ho capito che anche io avrei potuto fare qualcosa per renderla migliore». Da allora, ogni settimana, Giulia prepara con i suoi amici la cena itinerante degli universitari di Sant’Egidio nei quartieri Nomentano e San Lorenzo. Visite frequenti, feste di compleanno, ma anche battaglie per chi è più solo e senza protezione. E a Natale si fa una grande festa: «È il pranzo più bello dell’anno, che tutti attendiamo con impazienza», prosegue Giulia che il 25 dicembre si siederà a tavola con questi suoi amici: i poveri che oramai sono diventati un pezzo della sua famiglia.
Giulia aveva chiamato quel numero, un po’ titubante. Voleva anzitutto capire, non sapeva ancora dove avrebbe portato quella telefonata. Il suo aiuto serviva davvero? E scopre che sì, ciascuno di noi può fare qualcosa. «Un giorno che non dimenticherò facilmente», ricorda oggi. All’inizio, il suo compito è andare a portare un pasto caldo a chi non lo ha: «In poco tempo ho scoperto una città sommersa. Anche se sono sempre vissuta a Roma, non conoscevo la mia città. Ma soprattutto ho capito che anche io avrei potuto fare qualcosa per renderla migliore». Da allora, ogni settimana, Giulia prepara con i suoi amici la cena itinerante degli universitari di Sant’Egidio nei quartieri Nomentano e San Lorenzo. Visite frequenti, feste di compleanno, ma anche battaglie per chi è più solo e senza protezione. E a Natale si fa una grande festa: «È il pranzo più bello dell’anno, che tutti attendiamo con impazienza», prosegue Giulia che il 25 dicembre si siederà a tavola con questi suoi amici: i poveri che oramai sono diventati un pezzo della sua famiglia.
di Elisabetta Soglio, «Il Corriere della Sera», 23 dicembre 2016
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