Living together: l'arte di vivere insieme" presso il Laboratorio Museo d'Arte Sperimentale della Comunità di Sant'Egidio

Questa mostra ha segnato un percorso alla ricerca della coabitazione, dove artisti disabili raccontano e rappresentano vita, storie e volti di stranieri, rom, bambini, gente comune. Un tema, quello della convivenza tra "gente diversa", importante per il tempo che stiamo vivendo, sul quale gli artisti si sono preparati e sul quale hanno lavorato sia individualmente che in gruppo. Questa mostra rappresenta un invito a confrontarsi con questo tema di grande attualità lasciandosi trasportare dalle opere degli artisti che ci esortano, con vari spunti riflessione, ad essere più amici perché "l'amicizia rende amici i nemici, fa sentire vicini i lontani, difende quelli che non si possono difendere", come dice il Manifesto degli Amici.
Ma per capire meglio la portata e l'importanza di questa mosrtra, che nasce in uno dei quartieri più periferici della grande città di Roma, ci affidiamo al significativo intervento di inaugurazione della direttrice del Museo, dott.ssa Maria Carosia, che così inaugura la mostra che così apre la mostra:

Queste opere mettono in movimento i nostri sentimenti e i nostri sensi, persino l’olfatto!Credo che impareremo molto da queste opere. Rappresentano come un tessuto che abbraccia il mondo, dai tanti colori e dai tanti dolori, e direi forse anche dai tanti sapori, pensando all’opera “PROFUMO DAL MONDO SALENDO LE SCALE”: insieme a Giovanni Battista la Marra, artista non vedente, avvicinandoci con gli occhi chiusi alla sua opera ci sembra di sentire i profumi delle spezie e degli odori delle diverse cucine di un condominio in cui abitano persone provenienti da paesi diversi…un tessuto, dicevo, del vivere insieme, ricordando e vorrei dire amando chi non ha incontrato l’accoglienza e il rispetto, come tanti che non riescono a giungere nel nostro Paese perché risucchiati da viaggi drammatici nel deserto o nel mare. Oggi, colpiti profondamente dalla tragedia immane che, nella notte tra sabato e domenica scorsa, al largo delle coste libiche secondo le ultime stime dell'Onu avrebbe provocato almeno 800 morti, vogliamo lasciarci scuotere e ricordare questi “uomini e donne come noi, fratelli nostri – come ha detto papa Francesco- che cercano una vita migliore: affamati, perseguitati, feriti, sfruttati, vittime di guerre. Cercano una vita migliore. Cercavano la felicità". A loro sono dedicate alcune opere: NAUFRAGIO, di Assunta Di Roberto e Annamaria Cordone, MIRAGGIO, di Mirela Perjerji e Fiorella Umbro, ed altre. La loro storia si intreccia con quella del nostro passato di migranti, nella piccola tela che porta il titolo di una vecchia canzone: MAMMA MIA DAMMI 100 LIRE (BASTIMENTO SI RIBALTÒ) così come nell’opera 8 agosto 1956, FUOCO A MARCINELLE, che parla di poveri minatori italiani.

Possiamo dire che gli Amici affrontano il loro impegno artistico forti di alcune convinzioni, radicati in un sogno di umanità migliore, sostenuti nella capacità di dialogare e di amare. In questa mostra c’è un interrogativo di fondo che attraversa tutte le opere: che alternativa esiste alla civiltà del convivere? Nelle opere, si respira una mondialità particolare, un interesse per chi è lontano e per chi non chiede altro che vivere con noi. Questi artisti mostrano una testimonianza convinta di come si può vivere la globalizzazione.

In conclusione questa mostra, come si evince dalle parole della dott.ssa Carosio, vuole essere una rispsota concreta al grande probelma della convivenza, problema che proprio in questi giorni ha fatto molto discutere. Ma al di là delle sterili polemiche questa mostra, realizzata da persone disabili, è stata un esempio molto concreto di convivenza possibile, soprattutto nella perifeira romana, che ci dovrebbe far molto riflettere.
Diego Romeo
nella nostra periferia nascono fiori di bene.
RispondiEliminaNon ho potuto essere presente all'inaugurazione, ma visiterò senza dubbio a breve la mostra per arricchirmi di tutto ciò che gli Amici trasmettono.