
Cura, affetto e amicizia sono i tre punti cardine di giornate intense di lavoro per chi è arrivato sulle nostre coste.
Anas, giovane siriano laureato in economia, ci dice che il suo sogno è continuare gli studi. Quando gli chiediamo della Siria, il suo sguardo diventa triste e ci dice: “spero di poter ricominciare nuovamente la mia vita ma senza dimenticare quello che mi sono lasciato alle spalle”.
Come a testimoniare che l’accoglienza è un fatto spirituale, si sono intensificati in questi giorni i rapporti della Comunità di Sant’Egidio con la comunità islamica.
Gli amici della comunità Islamica di Sicilia hanno infatti aperto le porte della Moschea a quanti sono arrivati dalla Siria, dando un riparo anche alle minoranze cristiane in fuga questo paese. La Comunità di Sant’Egidio, come segno di affetto e di vicinanza, ha provveduto a tutto il necessario per i migranti ospitati nella moschea, dai vestiti, alle scarpe, alle lenzuola.
Un grazie particolare e grande apprezzamento è arrivato nei confronti della Comunità di Sant’Egidio da parte dell’Imam della “Moschea della Misericorda”, nonché presidente della comunità Islamica di Sicilia, Kheit Abdelhafid.
Come a testimoniare che l’accoglienza è un fatto spirituale, si sono intensificati in questi giorni i rapporti della Comunità di Sant’Egidio con la comunità islamica.
RispondiEliminaIl CORAGGIO DELLA SPERANZA!