Il comunicato stampa della Comunità di Sant'Egidio:
Il mondo invecchia. La speranza di
            vita alla nascita in Italia è di 79,2 anni per gli uomini e
            di 84,6 per le donne. In Giappone è di 80,5 per gli uomini e
            di 87,4 per le donne. In Europa i dati sono appena inferiori
            a quelli dell’Italia, che, con il Giappone, rappresenta la
            punta più avanzata delle conquiste contemporanee per
            l’allungamento della vita. Ogni anno, gli
            ultra-sessantacinquenni nel mondo aumentano di quasi un
            milione al mese. Oltre 700 milioni di persone nei paesi più
            ricchi. E’ l’età in più, l’età più lunga. Anche nel
            continente africano, dove la speranza di vita alla nascita è
            alterata, sull’intera popolazione, dall’AIDS, dalle guerre,
            dalla malnutrizione e dalla carenza di acqua pulita e sanità
            pubblica efficiente, si assiste all’aumento degli anziani
            sull’intera popolazione.
Le società più avanzate
            economicamente non hanno ancora una risposta consolidata per
            gli anni in più, che rischiano di innescare concorrenza e
            conflitto tra vecchie e nuove generazioni, e costosi e
            pesanti percorsi di isolamento e solitudine, pesantezza nei
            sistemi sanitari, in assenza di un progetto e di una cultura
            capace di valorizzare in maniera innovativa “gli anni in
            più”.
Il papa sceglie di visitare
            un’esperienza innovativa nel campo dei servizi agli anziani,
            inserita in un lavoro trentennale di umanizzazione della
            condizione degli anziani della Comunità di Sant’Egidio a
            Roma e nel mondo, in occasione dell’Anno Europeo
            dell’Invecchiamento Attivo e della Solidarietà tra
            Generazioni. Un’occasione speciale. Per un messaggio
            globale, che risponde a un bisogno profondo del nostro
            tempo.
LA VISITA DEL PAPA
Il Papa inizierà la sua visita
            nella Casa “Viva gli Anziani” a Roma, in via Nicola Fabrizi,
            2, al Gianicolo, alle ore 11. Incontrerà inizialmente alcuni
            anziani profughi da Haiti e una delegazione della Comunità
            di Sant’Egidio. La visita inizierà dalla casa famiglia per
            persone autosufficienti e non autosufficienti, all’ultimo
            piano, che rappresenta un modello di assistenza di tipo
            familiare e sanitario 24 ore su 24. Successivamente
            Benedetto XVI visiterà anziani residenti in
            mini-appartamenti nella struttura, che godono di servizi
            comuni e che godono della protezione, in caso di emergenza,
            dell’assistenza prevista per la Casa-Famiglia.
Nel giardino interno il Papa
            incontrerà tutti i residenti nella struttura e rivolgerà un
            messaggio, trasmesso anche all’esterno della struttura da un
            mega-schermo. Benedetto XVI è stato invitato in maniera
            informale da alcuni anziani ospitati nella struttura creata
            dalla Comunità di Sant’Egidio per una visita a casa.
            L’incontro si concluderà dopo mezzogiorno.
Il servizio della Comunità di Sant’Egidio agli
            anziani a Roma
Fin
        dagli inizi, negli anni ’70, la Comunità di
        Sant'Egidio si è avvicinata al mondo degli anziani: li ha  incontrati nelle borgate di
        Roma e nel Centro storico. Apparivano come grandi malati di solitudine
          che chiedevano compagnia e sostegno. E' nata subito
        una simpatia, una sintonia con i loro problemi. Da allora questa
        amicizia è continuata negli anni con fedeltà, non solo a Roma e in Italia,
          ma in ogni paese del nord e del sud del mondo, dove la Comunità
          è presente. Oggi a Roma il servizio agli anziani ne
        raggiunge 18.000, seguiti da circa 800 volontari. Ci sono anche
        100 piccole comunità di solidarietà e amicizia tra anziani. Gli
        anziani con la loro preghiera sono poi un grande sostegno alla
        Chiesa e ai sofferenti.
L’amicizia fra giovani e
          anziani 
Ovunque
nel
        mondo aumenta il numero degli anziani, ma la loro longevità, da
        più parti, è avvertita con crescente preoccupazione, fino ad
        assumere i caratteri di un vero 
        e proprio conflitto generazionale. E’ necessaria una
        “riconciliazione” tra generazioni diverse: i giovani e gli
        adulti hanno bisogno degli anziani e viceversa. Una società dove
        non c’è posto per gli anziani è disumana. Per questo la Comunità
        a Roma coinvolge centinaia  di adolescenti e di
          giovani nell’incontro con gli anziani, con visite anche negli
          istituti dove questi vivono. Tale incontro fa scoprire
        ai più giovani che la longevità è uno dei frutti migliori del
        nostro tempo, e agli anziani che c'è posto per loro nella nostra
        società, perché hanno ancora molto da dare in affetto, amicizia,
        senso della vita.
Aiutare gli anziani a
          vivere a casa propria. 
E’
        un impegno decisivo nel servizio. Infatti, nelle grandi città,
        l’isolamento, la riduzione dei membri del nucleo familiare, il
        costo elevato degli affitti, concorrono ad allontanare, alla
        prima crisi, chi è anziano dalla propria casa .
        L’istituzionalizzazione sembra a volte l’unica soluzione
        possibile e ragionevole, ma è una sistemazione che non rispetta,
        nella maggior parte dei casi, la profonda volontà degli anziani,
        che soffrono il distacco dal proprio ambiente familiare, dagli
        oggetti e dai ricordi della propria casa. Un aspetto importante
        dell’aiuto offerto dalla Comunità è il sostegno alle famiglie
        degli anziani, che spesso si ritrovano impreparate e
        disorientate di fronte alla malattia e alla non autosufficienza
        di un proprio parente. Un altro tratto significativo del
        servizio è ricostruire intorno agli anziani una rete di
        rapporti, con il vicino, il negoziante, l’amico, la parrocchia,  perché sono una risorsa per
        continuare a vivere a casa. E’ un servizio di monitoraggio e
        prevenzione delle emergenze, quali ondate di calore, freddo
        intenso, cadute, e di rafforzamento delle reti di supporto. Tale
        lavoro raggiunge tutti gli anziani over 75 residenti nei rioni
        di Trastevere, Testaccio ed Esquilino: coinvolge con la sua
        "rete di prossimità" più di 600 attori sociali (volontari,
        medici, portieri, commercianti, vicini, assistenti familiari).
        In questo modo si riduce in modo determinante l'isolamento
        sociale. I dati rilevano un calo della mortalità della
        popolazione anziana in questi  tre
        rioni di Roma: così si conferma che a casa si vive di più e
        meglio.
Visitare gli anziani in
          istituto
Vivere
        in una struttura geriatrica spesso significa sperimentare
        l'isolamento e l’abbandono, che tolgono motivi per vivere. Negli
        istituti, infatti, si muore quattro volte di più che a casa. La Comunità
        di Sant’Egidio è presente in centinaia di istituti in Italia, in
        Europa e in altri continenti,  con
        un servizio di compagnia, animazione, accompagnamento e cura
        pastorale.
La vicinanza amichevole ed
          assidua aiuta gli anziani a mantenere una vita di relazione, a
          non perdere i rapporti con l’ambiente esterno all’istituto e a
          conservare integra la loro personalità. La presenza
        della Comunità negli istituti per anziani fornisce anche uno
        stimolo e una proposta, affinché queste istituzioni possano
        svolgere al meglio i loro compiti . 
Le nuove soluzioni
          dell’abitare proposte dalla Comunità di Sant’Egidio
Ci
        sono anziani che si trovano nell’impossibilità di vivere a casa
        propria, per il ridotto grado di autonomia, per la perdita di un
        alloggio, per conflitti familiari, povertà economica… In questa
        prospettiva, per ridurre il numero dei ricoveri in
        mega-strutture, sono state attuate soluzioni alternative,
        esperienze di cohousing,
        che, nel tempo hanno dato vita ad un modello articolato per
        rispondere ai bisogni abitativi della popolazione anziana:
        convivenze di anziani, condomini protetti, case famiglia.
Solo
        a Roma sono più di 300 gli anziani ospiti in queste varie
        tipologie di case.
Anziani che vivono
            insieme
Ci
        sono anziani soli che dispongono della propria casa ma perdono
        la salute e non sono più completamente autosufficienti; altri
        che hanno un reddito da pensione ma non possono permettersi il
        costo di un’abitazione, altri che godono di buona salute ma sono
        completamente privi di mezzi finanziari. La Comunità
        di Sant’Egidio ha aiutato a mettersi insieme e accompagna i
        percorsi di convivenza, permettendo così di evitare
        l’inevitabile istituzionalizzazione.
Gli
        anziani mettono insieme le proprie risorse economiche ed
        abitative, vivendo in case che garantiscono migliori condizioni
        di vita. Sono ubicate nel centro della città, non lontano dai
        luoghi significativi per gli anziani: i negozi, il mercato, la
        chiesa. Queste esperienze sono aiutate da persone più giovani
        della Comunità.  Rappresentano
        anche una esperienza di collaborazione e integrazione tra le
        generazioni.  Queste
        esperienze sono cresciute negli ultimi due anni a Roma per far
        fronte anche all’acuirsi della crisi economica, in diversi
        quartieri, da Ostia al Tufello, da Garbatella a Torrenova. Si
        sostengono in questo modo 150 anziani.
Condomini protetti
Si
        tratta di intere palazzine di mini-appartamenti (40 – 60 mq
        ciascuno) per una o due persone, dedicati ad anziani
        autosufficienti, ma con una fragilità dal punto di vista
        abitativo (senza casa, sfrattati, persone sole). A questi ospiti
        sono offerti dei servizi comuni ed un sostegno nei problemi
        della vita quotidiana. E’ un modo per continuare a vivere in una
        casa, stando però in un ambiente protetto. Sono più di 100 gli
        anziani ospitati nei condomini protetti della Comunità.
Case famiglia
Sono
        pensate per persone con una ridotta autonomia funzionale,
        impossibilitati a rimanere a casa propria, per mancanza di
        alloggio o di risorse economiche sufficienti, di relazioni
        interpersonali significative..
Gli
        anziani ospiti trovano un ambito familiare. Gli ambienti sono
        arredati in modo non anonimo; gli ospiti sono incoraggiati a  portarvi i loro mobili.
        L’assenza di barriere architettoniche, i tanti ausili, aiutano a
        non perdere la propria autonomia. 
Tali
        case assicurano innanzitutto una vita relazionale umana, fatta
        di scambi con altre generazioni, come in una famiglia
        ricomposta. Restituiscono un senso alla vita ed assicurano nel
        contempo un'alta qualità di cure. In esse sono accolti a Roma 50
        anziani.
La visita del Papa alla
            casa “Viva gli Anziani” di via Nicola Fabrizi 2, al
            Gianicolo
La
        casa “Viva gli Anziani” di via Nicola Fabrizi, inaugurata nel
        gennaio 2009, oggi ospita 28 anziani, è un’ espressione
        particolarmente felice di una tipologia abitativa che combina
        una casa famiglia, anche per non autosufficienti, con i
        condomini protetti. Così gli ospiti dei mini appartamenti
        possono avere, oltre agli altri servizi,  un collegamento permanente
        con gli operatori della casa famiglia, presenti 24 ore su 24.