Auguri a Kudus e Maria, amiche del cuore!

E' passato un mese dal loro arrivo a Roma con l'aereo di papa Francesco. Da quel 16 aprile, la vita delle tre famiglie siriane, ospiti del Vaticano, è completamente cambiata, come hanno scritto e detto i mass media di tutto il mondo, che si sono precipitati a Roma per incontrarle e intervistarle.
I dodici rifugiati siriani, 6 adulti e 6 bambini, trascorrono il loro tempo tra le aule della scuola di italiano della Comunità di Sant'Egidio e qualche passeggiata a Trastevere e nel centro di Roma. Nel loro primo mese italiano, hanno anche visitato la Reggia di Caserta insieme a 700 alunni della Scuola di lingua e cultura italiana di Sant'Egidio, per iniziare a assaporare la storia, l'arte e la cultura del paese che li accoglie.
Anche i bambini non si annoiano: quasi tutti hanno iniziato a frequentare la scuola: chi l'asilo, chi le medie. Si sa, ai bambini non va di perder tempo. Così Kudus, iscritta in prima elementare in una scuola di Trastevere, ha festeggiato il suo compleanno a Villa Pamphili insieme alla sua amica del cuore, Maria, che frequenta la sua stessa scuola ed è nata pochi giorni dopo. E' un luogo comune ricordare che i bambini fanno subito amicizia? Anche se non parlano la stessa lingua, si capiscono a gesti, sguardi e sorrisi. E si intendono, anche se la loro esperienza della vita è completamente diversa. Perché Maria, a differenza di Kudus, non ha conosciuto la guerra, i campi profughi, il viaggio disperato su un gommone verso l'Europa.
Un suggerimento agli esperti che vanno in TV a spiegare che l'integrazione è difficile, costosa o addirittura pericolosa: l'anno prossimo, invece di andare solo in TV, venite a Villa Pamphili alla festa di Kudus e Maria. Fa anche bene alla salute...




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