Accoglienza e integrazione: il modello del Trentino

Sono 1200 i migranti che il Trentino ha accolto nel 2015 e, nei primi mesi del 2016, altri sono arrivati. Tra questi i 29 siriani, giunti in Trentino alla fine di febbraio grazie ai corridoi umanitari della Comunità di Sant'Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia e Tavola Valdese. Queste famiglie siriane erano da tempo rifugiate in Libano, nel campo profughi di Tel Abbas, dove hanno conosciuto i volontari di "Operazione Colomba" della Comunità Papa Giovanni XXIII. 
Il documentario "Essere migranti. L'accoglienza in Trentino" di Paolo Andreatta, vincitore del Premio "InFormazione" 2016, mostra un modello vincente di accoglienza e integrazione, basato sulla felice cooperazione tra enti pubblici, parrocchie, associazioni e privati
Ai migranti, oltre a una casa, vengono offerti l'apprendimento della lingua italiana e la possibilità di praticare un'attività sportiva. Tutti elementi che facilitano la piena inclusione sociale e la crescita personale dei migranti, che a loro volta iniziano a contribuire al benessere di una delle regioni più ricche d'Italia. Alcuni migranti, infatti, hanno trovato lavoro in una delle numerose imprese trentine di artigianato: Set e Bubakar riparano biciclette; Nouhoun e Chinedu sono apprendisti "casari", ossia imparano l'arte del formaggio in un caseificio a 1200 mt di altitudine. "Sono determinato a imparare e a capire", dice Chinedu, "quando si è determinati, tutto diventa più facile".  
E pensare che a pochi chilometri da lì, sul Brennero, qualcuno pensa di costruire un muro per bloccare i migranti...

Commenti