14 aprile 1981: perché ricordare questa data?

14 aprile 1981, 35 anni fa, a Napoli venne ucciso da un commando della camorra il vicedirettore del carcere di Poggioreale, Giuseppe Salvia. Aveva 38 anni, una moglie e due figli. Dirigente dell’amministrazione penitenziaria, a soli 30 anni aveva varcato la soglia di Poggioreale. Come vicedirettore, gli era stato affidato il padiglione di massima sicurezza, quello che ospitava Raffaele Cutolo e altri boss della camorra. Giuseppe Salvia venne ucciso per aver sfidato il potere della criminalità organizzata, che controllava il traffico di droga e armi all'interno del carcere.
Al suo funerale si fece sentire l’affetto di tanti detenuti di Poggioreale, che inviarono corone di fiori e altre manifestazioni di vicinanza alla famiglia. Volevano ringraziare il vicedirettore Salvia, un servitore dello Stato incorruttibile, ma anche un uomo semplice, che in un ambiente violento e degradato non aveva perso la sua umanità. “Mio padre teneva al rapporto con i detenuti; li riceveva personalmente nel suo ufficio e li incoraggiava a intraprendere un percorso di riabilitazione”, ha ricordato recentemente il figlio Claudio, che all'epoca aveva tre anni e che, da tempo, partecipa come volontario ai pranzi di Natale offerti in carcere dalla Comunità di Sant’Egidio. Al carcere di Poggioreale, ora intitolato alla memoria di Giuseppe Salvia, è tornata anche la moglie Pina, che così commenta la sua partecipazione ai pranzi di Sant'Egidio con i detenuti: “Ogni volta che esco da qui, dopo il pranzo di Natale, mi sento riappacificata con la vita, perché negli occhi di chi sta scontando una pena vedo che c’è la speranza di riabilitarsi”.

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