Questa è la storia di un giovane uomo, lo chiameremo Alessandro, che fino a tre mesi fa conduceva una vita “normale”: aveva un lavoro, una casa dove sua moglie lo aspettava insieme alla figlioletta di 7 anni e tanti amici. Ma per la crisi nel giro di una settimana perde il lavoro, e la moglie decide di andarsene di casa con la figlia: non ci sono più soldi. Lui non ce la fa a pagare l’affitto e finisce per strada. I suoi genitori sono anziani, non li vuole disturbare; suo fratello dopo tre giorni di ospitalità gli fa capire che deve andarsene, e suoi amici gli dicono che non possono aiutarlo in questo momento. Si trova costretto a vivere per strada, non trovando un posto dove per un po’ poter mangiare, farsi la doccia e dormire: per cercare lavoro bisogna essere presentabile e lucidi.
Da solo, con i suoi pensieri tristi – farla finita? - e il rifiuto di tanti gli viene un’ischemia e viene ricoverato all’Ospedale San Giovanni dell’Addolorata e dopo trasferito al San Camillo. Lì, ha come compagno di stanza una persona disabile seguito da alcuni amici della Comunità di Sant’Egidio.
Sentendo questo nome si decide a chiedere aiuto, all’inizio senza tanta fiducia e con timore; ma osserva questa presenza vicina e amichevole, accompagnata da gesti semplici e affettuosi verso il suo compagno di stanza, e lui apre loro il suo cuore e racconta che si è messo a pregare il Signore di dare una risposta alle sue difficoltà.
Aveva paura di uscire dall’ospedale e di trovarsi di nuovo per strada, senza nessuna protezione dal freddo e dalla fame, oltre a una salute precaria, malgrado abbia soltanto 36 anni. Questi nuovi amici si mettono in cerca di un posto dove possa andare a dormire una volta uscito, e lo trovano!
C’è una casa dei padri Rogazionisti appena aperta all’accoglienza notturna in zona Tuscolana. I padri sono subito pronti.
Alessandro è stupito e grato dice: “talvolta gli estranei ti aiutano più dei tuoi parenti”.
Il giorno di Natale l'appuntamento è già fissato: la nuova "famiglia" di Alessandro lo andrà a trovare in ospedale, per fare festa insieme.
e poi, appena dimesso...c'è già pronto un luogo dove rimettersi in sesto per cercare un nuovo lavoro e una sistemazioen definitiva. È un bel regalo di Natale, per tutti.
Francisco e David
Da solo, con i suoi pensieri tristi – farla finita? - e il rifiuto di tanti gli viene un’ischemia e viene ricoverato all’Ospedale San Giovanni dell’Addolorata e dopo trasferito al San Camillo. Lì, ha come compagno di stanza una persona disabile seguito da alcuni amici della Comunità di Sant’Egidio.
Sentendo questo nome si decide a chiedere aiuto, all’inizio senza tanta fiducia e con timore; ma osserva questa presenza vicina e amichevole, accompagnata da gesti semplici e affettuosi verso il suo compagno di stanza, e lui apre loro il suo cuore e racconta che si è messo a pregare il Signore di dare una risposta alle sue difficoltà.
Aveva paura di uscire dall’ospedale e di trovarsi di nuovo per strada, senza nessuna protezione dal freddo e dalla fame, oltre a una salute precaria, malgrado abbia soltanto 36 anni. Questi nuovi amici si mettono in cerca di un posto dove possa andare a dormire una volta uscito, e lo trovano!
C’è una casa dei padri Rogazionisti appena aperta all’accoglienza notturna in zona Tuscolana. I padri sono subito pronti.
Alessandro è stupito e grato dice: “talvolta gli estranei ti aiutano più dei tuoi parenti”.
Il giorno di Natale l'appuntamento è già fissato: la nuova "famiglia" di Alessandro lo andrà a trovare in ospedale, per fare festa insieme.
e poi, appena dimesso...c'è già pronto un luogo dove rimettersi in sesto per cercare un nuovo lavoro e una sistemazioen definitiva. È un bel regalo di Natale, per tutti.
Francisco e David
la preghiera dei poveri è subito ascoltata, e Gesù bambino nasce davvero tra noi!
RispondiEliminaUna bellissima storia di Speranza. GRAZIE!
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