Nessuno è straniero: in tanti ricordano il giovane Mohammed, ucciso a Roma mentre sognava un posto di lavoro

Roma: Una preghiera all'aperto nel Parco degli Acquedotti, luogo dell'omicidio di un giovane egiziano, Mohammed  Abdelhalim Maahrouf, ha raccolto oggi pomeriggio un centinaio di persone, su invito della Comunità di Sant'Egidio, che ha voluto con questo gesto esprimere il bisogno di una città senza violenza e indifferenza.
il giovane immigrato - di nazionalità egiziana, anche se inizialmente identificato come sudanese - è stato ucciso proprio in quel luogo, cinque giorni fa, dopo aver incontrato un suo ex datore di lavoro italiano, nella speranza di regolarizzare la sua situazione.

Una storia tragica e violenta, davanti a cui non si poteva restare indifferenti.
"Quest'uomo straniero, rischiava di rimanere anonimo e quindi dimenticato" ha sottolineato il parroco di San Policarpo "ma noi vogliamo ricordarlo nella preghiera e sentire vicino".

E la presenza di tanti - famiglie, giovani, associazioni del quartiere, i parroci di alcune parrocchie vicine - ha reso evidente l'esigenza che a Roma si impari l'arte del convivere, che si affermi un clima di pacifica convivenza, che si viva insieme in pace.
Come ha sottolineato don Gino Biolchini, che ha presieduto la preghiera: "Come l'apostolo dice che non c'è giudeo né greco, noi oggi cristianamente vogliamo dire nessuno è straniero. Possiamo fermare la violenza con la preghiera. Anzi, vogliamo essere uomini e donne nuove per vivere la pace, e deporre ogni violenza dal nostro cuore". 

Alla fine un sentito e commovente abbraccio di pace e un silenzioso corteo fino al luogo dell'omicidio, dove una bambina ha deposto dei fiori, segno di speranza.